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Buongiorno lettori!

Un paio di giorni fa ho fatto una bella chiacchierata telefonica con l’autrice di “Tutta colpa del tight”, che esattamente un mese fa oggi, ha ripubblicato con Royal Books questo dolce contemporary romance ambientato tra New York, Londra e Firenze.

Ti sembrerà strano, ma partirò dalla fine di “Tutta colpa del tight”. No, tranquilla, niente spoiler. Mi riferisco alle note finali, dove hai scritto che il passato di Chris è ispirato alla storia di una tua amica. È a partire da quella vicenda che hai sviluppato l’intero romanzo?

“Quando la mia amica mi raccontò la sua storia, in realtà, l’idea di scrivere un romanzo non era ancora nei miei pensieri. Poi, durante la gravidanza, ho sentito il bisogno di canalizzare la mia creatività nella scrittura e ho iniziato a pensare alla storia di Chris e Thomas. Ci tenevo ad avere una protagonista femminile con un carattere forte e a tratti introverso. Ed è stato proprio mentre cercavo di costruire il suo personaggio che mi è tornato in mente il racconto, della mia amica e ho capito che una vicenda del genere avrebbe potuto giustificare il comportamento così rigido e schivo della mia protagonista.”

Quindi esiste davvero una Chris lì fuori?

“Oh, no (ride, ndr). Eccezion fatta per il loro passato, la mia amica e Christine sono due donne così diverse! Chris ha reagito a quel trauma chiudendosi in sé stessa, la mia amica, invece, è una persona piena di vita, che ha saputo superare egregiamente il suo passato.”

Per “Tutta colpa del tight” hai scelto una città, New York, e un contesto, quello lavorativo, che si ritrovano spesso in molti romance, ma hai saputo costruirci attorno una storia originale. È davvero possibile riuscirci?

“Sai, nel bene o nel male si scrive di ciò che si conosce. Descrivere New York è stato relativamente facile, perché ho visitato la città poco prima di iniziare a scrivere questa storia. E lo stesso discorso vale per il lavoro, visto che ti sto rispondendo proprio dall’ufficio di una società piuttosto grande. L’originalità, probabilmente, sta tutta nei protagonisti. Il loro incontro non innesca subito le conseguenze che siamo abituati a leggere in questo tipo di romanzi. Insomma, Chris non cade ai piedi di Thomas. Accade piuttosto il contrario, è lui a rimanere affascinato da una donna all’apparenza così forte. Chris in passato ha sofferto molto e la sua sofferenza di certo non scompare quando conosce Thomas. Non ti nascondo che non è stato affatto facile creare un personaggio femminile così fuori dagli schemi ai quali siamo abituati.”

Come ci sei riuscita?

“È stato merito di Thomas. Lui non è il classico maschio alpha della situazione. Anzi, tutt’altro. È sensibile, comprensivo e che sa bene cosa significhi sopravvivere a un grande dolore. Con Thomas come controparte ce l’ho fatta, ho lasciato che Chris assumesse quei tratti che solitamente caratterizzano il protagonista maschile.” 

A questo punto ha davvero senso porti la solita domanda di rito: in quale dei due protagonisti si nasconde un po’ di Silvia?

“In nessuno dei due (ride, ndr). Posso senz’altro dirti che Thomas ha molti lati del carattere di mio marito, che è una persona determinata e sicura di sé, ma è anche un uomo romantico, dolce e paziente. Se vuoi trovare un po’ di Silvia, invece, devi cercarla in Sarah (la migliore amica di Chris, ndr). Mi ritengo una persona forte, ma non come lo è Chris. Sono una donna solare e ho sempre il sorriso stampato in faccia. Proprio come Sarah non ho filtri: dico quello che penso e penso quello che dico. Insomma, sono una tipa goliardica!”

In effetti Chris e Sarah sono così diverse…

“È vero, ma è stata una scelta ben ponderata. Sarah alleggerisce i toni del carattere di Chris e la sua presenza nella storia dovrebbe far capire al lettore che se una persona con un carattere estroverso, allegro e dinamico è così amica e vuole così bene a qualcuno che è il suo esatto contrario, allora significa che in quel qualcuno c’è del buono. Insomma, anche grazie a Sarah ho lasciato intendere che quella che indossa Chris, in realtà, è una maschera.”

Chris, in effetti, ci ha messo un po’ di pagine a conquistare la simpatia dei lettori…

“Beh, non giriamoci attorno, all’inizio è abbastanza antipatica! Poi, però, basta scavare un po’ sotto la superficie per trovare una bella persona. Quella ritrosia iniziale con la quale si approccia al mondo è tutta una finzione che l’ha aiutata a superare le avversità del passato e a rifarsi una vita altrove. Ma di base Chris vorrebbe essere più spigliata, socievole e solare e deve solo trovare il modo per riuscire ad aprirsi al mondo.”

A proposito del passato di Chris, alcuni lettori avrebbero voluto leggere delle pagine più introspettive sulla vicenda che lo ha segnato. Che ne pensi a riguardo?

“Quelle pagine non ci sono perché ho voluto che non ci fossero. Non avevo intenzione di approfondire quella vicenda perché non volevo che ci si focalizzasse sul trauma e sulla difficoltà di superarlo, ma sulla vita che c’è dopo. Un fatto del genere, per quanto drammatico e doloroso, non deve segnare per sempre l’esistenza di una donna. Io, almeno, la vedo così. Ci tenevo a mettere in luce il tema della rinascita della persona. Perché è vero, episodi del genere purtroppo sono all’ordine del giorno, ma non può finire tutto lì. La vita va avanti ed è piena di cose belle da fare, da vedere e da provare. E poi, se vogliamo dirla tutta, anche Thomas ha subito un trauma in passato, ma ho cercato di non far ruotare la sua caratterizzazione solamente attorno a quella vicenda.”

…però nessuno ha richiesto un approfondimento introspettivo sulla vicenda di Thomas. Come te lo spieghi?

“Credo che l’attenzione del lettore si focalizzi sulla protagonista femminile, che è quella di cui leggiamo la maggior parte dei pensieri. In questo senso, probabilmente, un focus introspettivo sul trauma di Chris avrebbe reso più immediata la solidarietà e l’empatia nei suoi confronti. Diciamo che avrebbero potuto giustificare da subito il suo atteggiamento schivo. Ma ripeto, quella sorta di “antipatia” rimane un tratto peculiare e imprescindibile del suo carattere. Poi c’è da dire che a chi legge i romance riesce sempre più facile immedesimarsi nella donna e di conseguenza dall’uomo, nel nostro caso Thomas, non si aspettano che possa nascondere altrettante debolezze.”

Perdonami, ma adesso sfrutterò quest’intervista per una mia curiosità personale. Ma com’è possibile che una come Chris mi caschi come una pera dall’albero quando riceve quel CD?

“Eh, lo so (ride, ndr). L’episodio del CD, alla pari di quello del braccialetto, ci rende un’idea piuttosto chiara di quanto sia insicura Christine. È forte, rigida e determinata, ma davanti alle avances di Thomas rimane così spiazzata da non credere che un uomo del genere possa essere effettivamente interessato a lei. E allora va in tilt. Le capita in più di un’occasione, in realtà. Pensa a cosa accade quando si ritrova da sola in macchina con lui…”

Giusto. Per non parlare della sua reazione davanti al tight…

“Lì c’è lo zampino di Silvia. Io adoro follemente il tight, è l’abito da uomo per antonomasia. Mi ha conquistata dalla prima volta in cui l’ho visto. Ma cosa c’è di più bello di un tight? Non a caso mio marito si è sposato con quel capo (ride, ndr). Scherzi a parte, mi affascinava l’idea di riportare negli States, dove lo smoking la fa da padrone, un abito tradizionale della storia e della moda inglese. E ho scelto di trasformarlo nell’elemento chiave della storia perché vedere un uomo in tight “mi innamora”. Ma a chi è che non piace il tight?”

Va bene, mi hai convinta! Prima di lasciarci, mi dai qualche anticipazione sulle storie che hai in cantiere?

“Sto lavorando a una trilogia. Nel primo romanzo conoscerete Kassio e Olivia, la loro sarà una storia molto spensierata e leggera. Poi mentre la scrivevo mi sono venuti in mente altri personaggi da sviluppare e mi dispiaceva lasciarli solo nella mia mente. Quindi in seguito vi racconterò anche di Leila (la sorella di Kassio) ed Ethan e di Dakota (la migliore amica di Leila) e Rhiver. È una trilogia che mi appassiona molto e mi sono divertita tantissimo mentre la scrivevo. Ne leggerete delle belle!
Ah, quasi dimenticavo, nel nuovo anno scoprirete qualcosa in più anche su Sarah ed Edward… Ma non posso dirvi altro… per ora.”

Annalisa Cesaretti

(Ufficio stampa Royal Books Edizioni)

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