Comunicato stampa.
Modena, marzo 2021. Nel linguaggio dei fiori l’amabilità si esprime attraverso i petali del gelsomino bianco, che tra le pagine del romanzo d’esordio di Sara Serra si arrampica ai caratteri fino a infondere alle parole lo stesso significato. E gli stami, pressati dalla carta, rilasciano sulla storia di Alena e della sua famiglia una polverina che la rende tanto amabile quanto incantata.
Davanti ai cancelli di “Villa Sole” il tempo frena la sua corsa e questo romance dalle sfumature angst diventa un varco in una dimensione a tratti idilliaca e bucolica. L’atmosfera che si respira all’interno della tenuta della famiglia Demeo elude gli effetti degli anni che passano e, al suo ritorno dal Canada, Alena ritrova la stessa realtà che aveva lasciato in sospeso tre anni prima.
In quella porzione di eden nascosta tra le campagne picene ci sono la sua amata tisaneria, le sue zie, le sue cugine e, soprattutto, c’è ancora Ethan. Alena scoprirà che persino l’amore non ha mai abbandonato Villa Sole, perché come un gelsomino bianco continua ad attecchire a ogni ricordo e il suo profumo impregna prima l’aria, poi i vestiti, i dolci, le tisane e l’umore.
Al di là di quella siepe di fiorellini bianchi c’è anche Cristian, che tenta di crearsi un passaggio per riuscire finalmente a sconfinare nel cuore di Alena. E per raggiungere la piccola radura che si è formata negli anni e che aspetta solo il suo arrivo deve superare i rami intricati in un sottobosco di segreti e bugie.
Ma tutti a “Villa Sole” sanno che quando l’amore decide di rivelarsi tra i campi de “La casa del gelsomino bianco” l’aria si riempie di magia. Poi una porta sbatte, un cane abbaia, un uomo fischia e ogni gesto, anche il più ordinario, si trasforma in un segnale da cogliere per sciogliere un mistero… o, forse, un incantesimo.
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